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STORIE DI EMIGRANTI - U Gròssu


Il suo nome era Bartolomeo, ma quasi tutti lo chiamavano u Gròssu (il Grosso), forse per la sua corporatura. Era nato nel 1833 e fu uno dei primissimi di Casoni ad emigrare nel Nord America.
In gran parte dei casi, l'emigrante raggiungeva lontane terre incoraggiato da parenti o amici che l'avevano preceduto.
Bartolomeo, essendo dei primi, non ebbe questo privilegio, ma forse fu consigliato ed aiutato da conoscenti della Fontanabuona che aveva incontrato lavorando, durante la stagione invernale, nelle cave di ardesia di Verzi. Partì intorno al 1855, poco più che ventenne, la sua meta era Denver in Colorado.
Bartolomeo, dopo aver salutato con grande emozione gli amici, i parenti e la sua giovane fidanzata Caterina, conosciuta come la Bettìn di Villanova, raggiunse a piedi Borzonasca, da dove continuò il suo viaggio con la carrozza a cavalli, e proseguendo per Chiavari e Recco arrivò a Genova.
Giunto in città, dovette pernottare in una locanda in attesa del visto consolare e della partenza della nave. La traversata da Genova a New York non fu senza difficoltà.
Bartolomeo si trovò a dover dividere con altre sette persone una cabina di pochi metri quadrati, maleodorante per il lezzo dei corpi e del vomito; soltanto sul ponte, tempo permettendo, si trovava un pò di sollievo dall'aria fetida della cabina. Dopo ventidue giorni la nave approdò a New York.
Qui incominciarono le prime difficoltà con la nuova lingua inglese. Bartolomeo si ritenne fortunato per aver conosciuto, durante la traversata, un italiano che rientrava negli Stati Uniti e "masticava un pò d'americano"; quest'ultimo lo aiutò a cambiare i soldi italiani in dollari senza rischiare d'essere imbrogliato da disonesti profittatori.
Dopo una settimana partì per il Colorado con altri emigranti italiani e con essi arrivò fino a Omaha nel Nebraska da dove proseguì, sempre in treno, lungo la nuova linea ferroviaria transcontinentale che era già percorribile fino al fiume South Platte in Colorado. Da qui, con un viaggio di tre giorni, in diligenza raggiunse Denver.
In quegli anni, Denver era un centro minerario che si chiamava Auraria e si stava sviluppando rapidamente in seguito alla scoperta di giacimenti auriferi nella zona. Il nuovo nome della città fu dato nel 1858 con la sua fondazione. Bartolomeo lavorò con assiduità e tenacia nelle miniere e dopo otto anni aveva raggiunto un certo benessere e possedeva una casa propria.
Egli, durante quegli anni, non aveva mai dimenticato la sua fidanzata rimasta in Italia, però da qualche tempo non aveva piĆ¹ notizie di lei, questo silenzio lo preoccupava. Bartolomeo, avendone ora le possibilità, decise di tornare in patria con l'intenzione di sposare la Bettìn e con lei stabilirsi definitivamente in America. Quando egli giunse in paese seppe che la Bettìn era stata promessa a un giovane di Fontanigorda della famiglia dei Piè lunghi (Piedi lunghi) e stava per sposarsi il giorno dopo. Bartolomeo non si rassegnò all'evidenza dei fatti, lo stesso pomeriggio si recò a Fontanigorda, dove nell'osteria, mentre salutava gli amici del paese, non mancarono le battute ironiche su quanto gli stava capitando. Ritornando a casa passò per Villanova; la Bettìn era alla fontana che si trovava lungo la strada. I due giovani si salutarono emozionati, a lei spuntarono subito i lacrimoni agli occhi. Bartolomeo capì d'essere sempre lui il preferito; quindi le chiese semplicemente: - Sei sempre della stessa idea? Ella col nodo alla gola non potè rispondere, riuscì soltanto ad annuire abbassando il capo. Ambedue in quell'istante ebbero lo stesso pensiero. Fuggire insieme nel lontano Colorado. Così fecero. Il padre di lei, alla stessa sera, venne a protestare sotto le finestre della casa di Bartolomeo; si dovevano salvare le apparenze, ma alla fine si può pensare che lui approvasse la decisione presa dalla figlia.
Passato il tempo necessario per espletare le pratiche di espatrio, i due giovani partirono insieme per la loro casa in Colorado. Purtroppo, in questo mondo, tante volte la sorte è matrigna; la coppia non ebbe fortuna. Essi ebbero due figlie che morirono in tenera età, poi morì anche la loro madre. Bartolomeo ritornò ormai solo. Dopo parecchi anni si risposò con una giovane donna di Casoni che gli diede una figlia. Bartolomeo visse il resto della sua vita in paese. Morì nel 1907.

Guido Ferretti - Racconti tratti dalla tradizione locale di Casoni di Fontanigorda.