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Concessione in enfiteusi

Sinibaldo Fieschi concede terre con casa in enfiteusi ai fratelli Geronimo e Bernardino Lombardino di Crovara , podesteria di Roccatagliata, nell’alta Val Fontanabuona, con il seguente documento redatto in Genova contrada Violata il 1° marzo del 1529.
Trattasi di documento manoscritto in semplice copia, conservato presso l’Archivio di Stato di Genova, Fondo Finanze, f. n° 622.

Sinibaldo Fiesco, conte di Lavagna e San Valentino, marchese di Varzi, principe di Val di Taro, domino di Roccatagliata, come sopra concessero l’anno scorso.
Domenichino Lombardino Terribile e altri suoi fratelli, nostri sudditi di Roccatagliata, abitanti in villa Crovara non lasciarono figli maschi legittimi, quindi da noi e dai nostri illustri domini predecessori non ottenevano beni in enfiteusi perpetua nella villa e giurisdizione di Crovara, come si può vedere, le terre lavorative, i castagneti, i prati e altri diritti pertinenti agli stessi fratelli che, con la loro marte, erano destinati ai figli maschi furono censiti e devoluti alla nostra Camera.
Geronimo Lombardino e suo fratello Bernardino, fratelli degli stessi Domenichino Terribile ed altri parenti stretti, umilmente chiesero di essere investiti degli stessi beni enfiteutici.
Valendo gratificare questi come confinanti delle nostre aree, con concetto e autorità su tutto, nel modo legale e formale più buono e più valido che si può fare, investiamo i prenominati Geronimo e Bernardino fratelli Lombardini, nostri sudditi di Roccatagliata, dei beni predetti, ossia terre, castagneti, prati e gli stessi diritti pertinenti al fu Domenichino Terribile e agli altri suoi fratelli defunti. Ad essi investiamo i beni e la stessa enfiteutica casa, che concediamo in enfiteusi perpetua, per loro stessi e per i loro figli maschi e legittimi, nati dal loro legittimo matrimonio e discendenti per linea diretta mascolina, che possono tenere in perpetuo e migliorare ed affittare, con l’onere di pagare le tasse dovute dai nostri sudditi di Roccatagliata, secondo la legge e le consuetudini dichiarate. Essi non potranno disporre la vendita dei beni predetti senza il nostro consenso.
Gli incaricati al governo di Roccatagliata, e ai rimanenti nostri ufficiali e agenti, presenti e futuri e a colui che controlla o meglio controllerà Geronimo e Bernardino, fratelli in possesso dei loro beni enfiteutici diano consigli e consentano e difendano e a loro facciano osservare ed osservino integralmente e inviolabilmente gli scritti riguardanti la nostra investitura e concessione.
Siccome così è la nostra volontà, in fede dei quali (scritti), sia fatto registrare e ordiniamo che sia munito del nostro sigillo. Data Genova in Violata 1° marzo 1529.
Copia EV: FL: 

Quanto sopra è un esempio del sistema di investitura più comune usato dai Fieschi per assegnare ai loro sudditi beni immobili.
La gestione terriera avveniva generalmente tramite enfiteusi, cioè assegnazione, o meglio investitura a un singolo o ad una parentella di determinati terreni con la clausola che tali beni sarebbero rimasti in perpetuo alla discendenza maschile del o degli investiti e, in caso di estinzione della stessa, sarebbero tornati al feudatario detentore della legittima proprietà.
Gli investiti potevano disporre dei beni come fossero i loro, ma non avevano il diritto di alienarli senza il consenso del proprietario.
Essi erano soggetti al versamento delle tasse (avarie) dovute alla Camera del feudo che avveniva annualmente tramite gli ufficiali o agenti incaricati alla riscossione. Questi stessi agenti esercitavano il controllo dei beni dati in enfiteusi, la cui gestione doveva corrispondere a quanto era stato previsto dall’investitura. 
Esistevano altre forme di assegnazione che venivano concesse ai sudditi che avevano acquisito meriti speciali; esse consistevano in vere proprie donazioni.